Lo Scriba rosso o Scriba seduto è uno dei più importanti esempi di arte egizia dell'Antico Regno. Si tratta di una statua in pietra calcarea dipinta raffigurante uno scriba all'opera.
La scultura venne scoperta a nord del Corridoio delle Sfingi del Serapeo di Saqqara nel novembre 1850 dall'egittologo francese Auguste Mariette. Attualmente fa parte della collezione di antichità egiziane del Louvre ed è la più celebre di una serie di «scribi» tra cui è anche famoso quello del Museo del Cairo.
La scultura venne scoperta a nord del Corridoio delle Sfingi del Serapeo di Saqqara nel novembre 1850 dall'egittologo francese Auguste Mariette. Attualmente fa parte della collezione di antichità egiziane del Louvre ed è la più celebre di una serie di «scribi» tra cui è anche famoso quello del Museo del Cairo.
Lo Scriba rosso, alto circa 54 cm, indossa un gonnellino bianco teso sulle ginocchia e tra le mani trattiene un papiro semiarrotolato. Le mani sono in posizione di scrittura e con tutta probabilità la destra teneva un pennello, ora perduto. Mani, dita e unghie della scultura sono finemente modellate
Particolare del viso
La rigidità del robusto corpo contrasta con il realismo del volto. Una cura particolare è stata impiegata nella realizzazione degli occhi, composti di magnesite bianca screziata di rosso e di cristallo di rocca. Sul fondo del cristallo, uno strato di materiale organico serve contemporaneamente da colorante dell'iride e da adesivo.
Gli occhi sono tenuti in sede da due fermagli di rame. Le sopracciglia vennero realizzate con una sottile pennellata di pittura organica scura.
La rigidità del robusto corpo contrasta con il realismo del volto. Una cura particolare è stata impiegata nella realizzazione degli occhi, composti di magnesite bianca screziata di rosso e di cristallo di rocca. Sul fondo del cristallo, uno strato di materiale organico serve contemporaneamente da colorante dell'iride e da adesivo.
Gli occhi sono tenuti in sede da due fermagli di rame. Le sopracciglia vennero realizzate con una sottile pennellata di pittura organica scura.
Gli occhi sono tenuti in sede da due
fermagli di rame. Le sopracciglia vennero realizzate con una sottile
pennellata di pittura organica scura.
Per realizzare i capezzoli sono state applicate sull'ampio petto due piccole borchie di legno.
L'identità dello scriba di Saqqara è tuttora ignota; certi indizi alla base della statua suggeriscono che facesse parte di una scultura più grande, oggi scomparsa, che avrebbe dovuto portare il nome e i titoli del personaggio. L'insolita postura potrebbe essere prerogativa dei membri della famiglia reale.
La scultura viene tradizionalmente attribuita alla IV dinastia ed è di solito associata alla persona di Pehernefer; certi caratteri stilistici (labbra insolitamente sottili, petto ampio e postura del tronco) supporterebbero questa teoria.
La datazione stessa rimane dubbia in quanto è stata suggerita anche la VI dinastia. Un indizio a favore di una data più arretrata potrebbe giungerci dalla posizione di scrittura dello scriba che è tipica delle opere anteriori alla V dinastia; in tempi successivi, infatti, sono prevalenti gli esempi di scribi in posa di lettura.
La datazione stessa rimane dubbia in quanto è stata suggerita anche la VI dinastia. Un indizio a favore di una data più arretrata potrebbe giungerci dalla posizione di scrittura dello scriba che è tipica delle opere anteriori alla V dinastia; in tempi successivi, infatti, sono prevalenti gli esempi di scribi in posa di lettura.
Le scribe accroupi (The seated scribe), (Lo scriba seduto) (2620-2350) a.C. 4th or 5th dynasty - Musée du Louvre